Le applicazioni e i software che realizziamo per i musei permettono di creare una comunicazione tra il "bene culturale" (nella sua accezione più grande) e un pubblico. Crediamo fermamente che la cultura non sia legata agli oggetti, ma alla loro capacità di suscitare emozioni, creare sogni e generare curiosità. Comunicare equivale, dunque a fare cultura e fare cultura equivale a raccontare storie. Ci siamo concentrati negli anni sulla semplicità.
Con lo studio e l'esperienza riusciamo a far interagire gli utenti in maniera giocosa, immediata e dare loro la possibilità di fruire dei contenuti con interfacce naturali e user friendly. Sviluppiamo applicazioni per i musei coniugando la storia da raccontare, con tecnologie e dispositivi di vario genere. Più o meno tutti i musei sardi sono stati coinvolti dalla trasformazione digitale, ma solo una parte riesce a sfruttare le potenzialità della tecnologia per entrare in sintonia con le esigenze di un pubblico, che vuole essere sempre più attivo e protagonista in una visita museale. Le applicazioni per musei che sviluppiamo vanno in questa direzione e servono per raccontare collezioni, storie, luoghi e persone cercando di emozionare con gli elemeti che meglio si inseriscono nello spazio espositivo, come lo storytelling, la realtà aumentata o la realtà virtuale. Ci concentriamo moltissimo sugli studi di usabilità per migliorare l’esperienza di visita e l'interazione inclusiva col museo.
La tecnologia non deve essere la protagonista della visita museale
Realtà aumentata, virtuale, multimedia e la fruibilità a costi contenuti sono il traguardo più importante che abbiamo raggiunto negli ultimi anni in ambito museale. Fino a qualche anno fa, per usufruire di queste tecnologie occorrevano dispositivi molto costosi o semplicemente non c’erano dispositivi adatti a sfruttare la tecnologia, mentre oggi smartphone, tablet e visori sono a buon mercato e consentono al Museo di entrare in scenari estremamente interessanti.
Ci dedichiamo costantemente allo sviluppo di applicazioni in ambito museale, che sfruttano la realtà virtuale per mostrare oggetti e scenari che non ci sono più, oppure la realtà aumentata per spiegare un oggetto. Il grado di coinvolgimento (emotivo) che possiamo raggiungere è affascinante e non ha precedenti, ma il nostro approccio è di non spettacolarizzare mai la situazione, tenendo ben presente lo scopo primario di un percorso espositivo, perchè (in questo caso, Saint-Exupéry ci perdonerà) solo l'essenziale deve essere visibile agli occhi e la tecnologia no.